venerdì 11 dicembre 2009

e infatti...

...ecco un minuto fa ho scritto "voglia di ricominciare".
Guardate cosa misero in scaletta, subito dopo "Heaven", i Talking Heads in "Stop Making Sense", il loro film-concerto del 1984...



Se non è una ripresa col botto questa...


P.S.
Ho menzionato da qualche parte che Stop Making Sense è diretto da Jonathan Demme?
Quello del Silenzio degli Innocenti.

nostalghia. e voglia di ricominciare.

Everyone is trying to get to the bar.
The name of the bar, the bar is called Heaven.
The band in Heaven plays my favorite song.
They play it once again, they play it all night long.

Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.

There is a party, everyone is there.
Everyone will leave at exactly the same time.
Its hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, and so much fun.

Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.

When this kiss is over it will start again.
It will not be any different, it will be exactly
the same.
It's hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, could be so much fun.

Heaven is a place where nothing every happens.
Heaven is a place where nothing every happens





sabato 5 dicembre 2009

dopo il debutto... il futuro.

Ed ora?
Ed ora c'è una strada. C'è una consapevolezza.
C'è una volontà.
Lo spettacolo è nato, ancora con gli angoli proteiformi, disponibile a farsi rimodellare di sera in sera, di tappa in tappa.
Parlo di modifiche alla struttura ossea, non di ritocchi di chirurgia estetica.
Ciò che è andato in scena al PiM ieri sera era l'inizio di Caligari, la liberazione del pargolo del gruppo, finalmente esposto alla società degli uomini.

È lo spettacolo che volevo? E lo spettacolo che immaginavo?
La risposta è no.
È qualcosa di meglio.
È qualcosa di vivo.

Ecco, cerchiamo di riordinare i pensieri, cosa non facile dopo lo sforzo inaudito fatto nei gironi scorsi passati a cucire i vestitini del nostro fanciullo.

Dunque, finita la replica sono arrivati i commenti, asciutti, brutali commenti dello spettatore che paga per cui giustamente poco s'interessa della vicenda personale che sta dietro al prodotto.
"Mi è piaciuto, non mi è piaciuto, non mi ha emozionato, bellissimo, una pippamentalevostramadovrestetenerepresentecheallafinevirivolgeteadunpubblico".

Sì avete ragione tutti.
È tutto quello che dite.

Caligari. è bello?
Caligari è brutto?

Dico una cosa, chi vuole interpretarla come una paraculata lo faccia.
Però io lo penso davvero.

Non importa.
Non importa se è bello o brutto.
È vivo.
Questo importa.

E lo dico perché tre persone mi hanno fatto tre diverse analisi del significato dello spettacolo e tutte erano assolutamente inconfutabili.

Cioè... lo spettacolo vuol dire davvero tutte quelle cose.
E io l'ho scoperto nel momento in cui mi veniva spiegato.

Per cui alla fine l'obbiettivo e raggiunto.
Caligari è vivo, in forma smagliante.
E stasera avrà un finale nuovo.

Per il resto, per quanto riguarda il mio percorso personale, ora so dove voglio andare, so dove ho sempre desiderato andare da quando, una sera di dicembre del 2001, ho visto apparire dal buio qualcosa che fino a quel momento aveva abitato solo i confini della mia mente.
Dodo, Vale, voi avete capito di che parlo, vero?
Buffo.
I giorni sono gli stessi.
Le persone anche.
Cambiano le posizioni. C'è gente in più.
Ma la sostanza resta.
Una bella coincidenza, no?