Tra poco pubblicherò una versione con audio leggermente migliore...
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venerdì 5 marzo 2010
venerdì 19 febbraio 2010
venerdì 11 dicembre 2009
nostalghia. e voglia di ricominciare.
Everyone is trying to get to the bar.
The name of the bar, the bar is called Heaven.
The band in Heaven plays my favorite song.
They play it once again, they play it all night long.
Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.
There is a party, everyone is there.
Everyone will leave at exactly the same time.
Its hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, and so much fun.
Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.
When this kiss is over it will start again.
It will not be any different, it will be exactly
the same.
It's hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, could be so much fun.
Heaven is a place where nothing every happens.
Heaven is a place where nothing every happens
The name of the bar, the bar is called Heaven.
The band in Heaven plays my favorite song.
They play it once again, they play it all night long.
Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.
There is a party, everyone is there.
Everyone will leave at exactly the same time.
Its hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, and so much fun.
Heaven is a place where nothing ever happens.
Heaven is a place where nothing ever happens.
When this kiss is over it will start again.
It will not be any different, it will be exactly
the same.
It's hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, could be so much fun.
Heaven is a place where nothing every happens.
Heaven is a place where nothing every happens
giovedì 19 novembre 2009
Caligari Prende Vita!

Giuro.
Oggi trovo il tempo di scrivere che cazzo stiamo facendo qui a Rubiera.
È che è tutto fragile.
Però non fragile come tre giorni fa.
Comincia ad avere un identità solida, questo Caligari, questo spettacolo che non si lascia addomesticare.
Che non ne vuole sapere di lasciarsi controllare.
Tutti i pezzi stanno rimettendosi insieme, ma nel modo in cui nessuno, nessuno di noi poteva immaginare.
C'è un ordine in cui questa storia va composta ed è assolutamente refrattaria alle sterzate improvvise.
Questo spettacolo non è il vettore, è il percorso, è la strada.
Il vettore siamo noi, i nostri occhi sono i fanali che illuminano la strada.
Chi guida è lo spettatore.
E siamo in chiusura.
Ora c'è la chiusura dei conti e c'è il mio ruolo, che per il momento è stato solo osservare e cercare di comprendere cosa stesse emergendo dal caos primordiale degli elementi in gioco.
E l'ho capito stamattina a colazione, da un racconto apparentemente senza peso di Mattia.
Ho capito che ora è il momento di assumersi la responsabilità di mettere la parola fine.
Il punto.
Di chiudere il discorso.
Anzi, no, questo sarebbe impossibile.
Il discorso sarebbe molto molto lungo.
La definizione esatta è un'altra.
Il mio ruolo è quello di sciogliere l'assemblea.
E lasciare la parola agli spettatori.
Ecco.
Alla fine il tempo di scrivere cosa stiamo facendo l'ho trovato.
Il tempo si trova sempre.
Basta volerlo avere.
Domani magari scrivo anche qualcosa sulla storia.
Etichette:
Caligari,
Di cosa parliamo quando parliamo di Caligari
sabato 14 novembre 2009
RUBIERA!
In attesa di un tempo tranquillo per fare un resoconto della rocambolesca genesi di Dr. Caligari, vi salutiamo con una simpatica galleria fotografica...









mercoledì 14 ottobre 2009
Di cosa parliamo quando parliamo di Caligari

Sera, a casa, distrutto.
Passato il pomeriggio a registrare una versione Surf del Tema Di Z-Boy con Uli (nella foto accanto) e Tarzan Smith dei Waikiki Surf Brigade.
Eh? Che cosa?
Ecco, infatti, se il tutto suona assurdo è perché lo è.
Un periodo assurdo contraddistinto da assurde forze che si muovono intorno ad un assurdo progetto.
Ma andiamo per gradi.
E con calma.
Non riuscirò a riassumere in un post ( e del resto nemmeno voglio riassumere) qualcosa a cui sto lavorando da un anno.
Dr. Caligari è uno spettacolo teatrale di Compagnia Delle Furie, scritto da Elena Accenti che parla di un argomento vasto e impegnativo: il Male, con la M volutamente maiuscola.
Poi parla anche di controllo mentale, di rapporti di coppia, della fame di successo, di sesso, di istinti violenti e bestiali, c'è tanta musica, scritta ad hoc da un pugno di volenterosi, gentilissimi musicisti (che meritano una serie di post a venire), c'è una musica in particolare che si chiama il Tema Di Z-Boy che sarà presente in molte versioni diverse, ci saranno un gruppo d'attori straordinari, ci sarà da piangere, da ridere, da avere paura.
Ma per ora voglio dire una cosa soltanto.
Questo spettacolo sarà diverso.
Diverso da tutti gli altri della Compagnia Delle Furie.
E soprattutto diverso da tutto quello che ho fatto io, fulvio vanacore, fino ad oggi.
Ecco, uso il blog delle furie per raccontare i cazzi miei, ma solo stavolta lo giuro.
Sono ad un punto di svolta, mi ci sento, voglio esserci.
Sto chiudendo un ciclo della mia vita, Dr. Caligari è la manifestazione di questo momento.
È uno spettacolo-crocevia, dal quale passano ossessioni, paure, desideri, amicizie, rapporti, metodi di lavoro e massimi sistemi.
È lo spettacolo con cui voglio iniziare un percorso di responsabilità artistica, non più raccontare ciò che mi interessa ma ciò che ritengo si debba raccontare.
Non rinnego ciò che c'è stato prima, mai rinnegare nemmeno il peggiore dei passati, tutto è necessario se l'obbiettivo finale è qualcosa che noi, sinceramente, reputiamo superiore a noi stessi e soprattutto benefico.
Parlo come un predicatore, lo so.
Ma sto mutando e la mia dialettica è in fase di ristrutturazione.
Quello che voglio dire è che per me è finito il tempo delle figatine, degli spettacoli fatti con il cuore ma per soddisfare un mio personale gusto di spettatore.
Mi è servito lavorare sulle commedie di Goldoni e Marivaux, sono l'essenza del teatro, mi è servito lavorare a Too Much Coffee Man (che gia si porta appresso i semi di una consapevolezza), mi è servito smanettare su e giu dai palchi per dieci anni, ho imparato moltissimo. Ho imparato a capire questa macchina meravigliosa che si chiama Teatro e che per qualche strana ragione continua ad esistere, nonostante venga continuamente data per morta.
Intendiamoci, non pretendo di sapere, ma sicuramente ho imparato a guardare.
Ora voglio imparare di più.
Voglio imparare a guardare come guardano gli artisti.
Io voglio essere un artista, non definirmi tale.
Da Caligari si comincia a mettere insieme i pezzi del discorso.
Da Caligari si comincia a costruire un futuro.
"Costruire un futuro sull'orlo dell'apocalisse.
Il dovere di ogni artista, di ogni cittadino del mondo."
(Werner Krauss)
Il dovere di ogni artista, di ogni cittadino del mondo."
(Werner Krauss)
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Di cosa parliamo quando parliamo di Caligari
martedì 13 ottobre 2009
Dr. Caligari - Preview Istituzionale

Un progetto di Compagnia Delle Furie
patrocinato dal Comune di Milano - Settore Cultura
in collaborazione con
AVTURNÉ, La Corte Ospitale, FLORILEGIO arsfactory
dal 4 al 7 dicembre al PiM Spazio Scenico - Via Tertulliano, 68 - Milano
Ideazione e Regia: Fulvio Vanacore
Drammaturgia: Compagnia Delle Furie con il contributo di Elena Accenti
Ricerca ed Archivio: Alessandro Q Ferrari, Arianna Bianchi
Musiche Originali: Pietro Beltrami, Pietro Traldi, Waikiki Surf Brigade, Marcello Gori, Daniele Cortese.
Sound Design: Giacomo Marettelli Priorelli, Fulvio Vanacore
Costumi: Elena De Villaris
Costumi: Elena De Villaris
Consulenza Artistica: Davide Palla
Organizzazione: Av Turné
Interpreti: Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni, Irina Lorandi.
Dicembre 1919 - Robert Wiene con il suo Das Cabinet Des Dr. Caligari debutta nei cinema di
Berlino, riassumendo in un’ora di distorte immagini in bianco e nero, tutta l’angoscia di un’Europa che di lì a poco sarebbe rimasta intrappolata nelle maglie di una terrificante burocrazia della morte.
Dicembre 1989 - Stephen Sayadyan, regista underground americano, orchestra un acidissimo seguito del film di Wiene, dando voce al senso di spaesamento della civiltà occidentale,
terrorizzato dai propri istinti e dalle possibilità commerciali che gli stessi offrono.
Dicembre 2009 - La Compagnia Delle Furie si lancia in una nuova rilettura del mito, costruendosi l'opportunità di effettuare un ulteriore passo avanti nel proprio cammino artistico.
La vicenda alle origini del capolavoro espressionista fornisce lo spunto di creazione del più ambizioso progetto di questo giovane gruppo.
Questo progetto comincia con una domanda: Caligari, chi era in realtà?
Un simbolo, unʼidea, la manifestazione di un disagio latente, una figura retorica.
E questa è storia del cinema.
Ma c'è altro.
Lo spettacolo è la drammatizzazione di un lavoro di ricerca durato un anno e mezzo e che ha raccolto articoli, notizie e testimonianze sparse lungo tutto il corso del '900 facendo dell'ambiguità della materia una cifra stilistica.
A partire da una dichiarazione attribuita allo stesso Wiene, abbiamo seguito le tracce intorno a questo misterioso personaggio, disseminate nel corso dei secoli, e siamo arrivati a un risultato impensabile: in molti sembrano essere convinti che Caligari sia esistito davvero.
Abbiamo ripercorso il sottile filo di una tradizione che si muove tra leggenda e documentazione e che ci ha condotti fino al 1486, anno dell’edizione del Malleus Maleficarum, il celeberrimo manuale usato dall’Inquisizione per la caccia alle streghe.
Ebbene, eccoci di fronte ad un intero capitolo dedicato ad un certo “Flaminio Caligarix”, maestro alchimista, esperto di allucinogeni e manipolazione mentale, ideatore di una tecnica d'interrogatorio all'avanguardia e a capo di un piccolo gruppo di sostenitori violenti e fedelissimi, con il tempo aumentati di numero al punto di raggiungere lo status di vera e propria setta.
Ma non è tutto.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che quel culto sia ben lontano dall’essersi estinto; dietro unmisterioso delitto di periferia, un inspiegabile codice apparso sui muri di Milano, un attacco di isteria collettiva, alcuni scorgono ancora oggi il persistere dei suoi insegnamenti.
O forse della sua stessa presenza fisica.
Interpreti: Mattia Colombo, Valeria Costantin, Dario DeFalco, Ilaria Tanini, Fabio Paroni, Irina Lorandi.
Dicembre 1919 - Robert Wiene con il suo Das Cabinet Des Dr. Caligari debutta nei cinema di
Berlino, riassumendo in un’ora di distorte immagini in bianco e nero, tutta l’angoscia di un’Europa che di lì a poco sarebbe rimasta intrappolata nelle maglie di una terrificante burocrazia della morte.
Dicembre 1989 - Stephen Sayadyan, regista underground americano, orchestra un acidissimo seguito del film di Wiene, dando voce al senso di spaesamento della civiltà occidentale,
terrorizzato dai propri istinti e dalle possibilità commerciali che gli stessi offrono.
Dicembre 2009 - La Compagnia Delle Furie si lancia in una nuova rilettura del mito, costruendosi l'opportunità di effettuare un ulteriore passo avanti nel proprio cammino artistico.
La vicenda alle origini del capolavoro espressionista fornisce lo spunto di creazione del più ambizioso progetto di questo giovane gruppo.
Questo progetto comincia con una domanda: Caligari, chi era in realtà?
Un simbolo, unʼidea, la manifestazione di un disagio latente, una figura retorica.
E questa è storia del cinema.
Ma c'è altro.
Lo spettacolo è la drammatizzazione di un lavoro di ricerca durato un anno e mezzo e che ha raccolto articoli, notizie e testimonianze sparse lungo tutto il corso del '900 facendo dell'ambiguità della materia una cifra stilistica.
A partire da una dichiarazione attribuita allo stesso Wiene, abbiamo seguito le tracce intorno a questo misterioso personaggio, disseminate nel corso dei secoli, e siamo arrivati a un risultato impensabile: in molti sembrano essere convinti che Caligari sia esistito davvero.
Abbiamo ripercorso il sottile filo di una tradizione che si muove tra leggenda e documentazione e che ci ha condotti fino al 1486, anno dell’edizione del Malleus Maleficarum, il celeberrimo manuale usato dall’Inquisizione per la caccia alle streghe.
Ebbene, eccoci di fronte ad un intero capitolo dedicato ad un certo “Flaminio Caligarix”, maestro alchimista, esperto di allucinogeni e manipolazione mentale, ideatore di una tecnica d'interrogatorio all'avanguardia e a capo di un piccolo gruppo di sostenitori violenti e fedelissimi, con il tempo aumentati di numero al punto di raggiungere lo status di vera e propria setta.
Ma non è tutto.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che quel culto sia ben lontano dall’essersi estinto; dietro unmisterioso delitto di periferia, un inspiegabile codice apparso sui muri di Milano, un attacco di isteria collettiva, alcuni scorgono ancora oggi il persistere dei suoi insegnamenti.
O forse della sua stessa presenza fisica.
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