Comunque grazie Chiara Zazzetta per la sua analisi ampiamente strutturata.
Solo una precisazione... il testo è del 1720, non del 1972.
Ma presumo che sia solo un errore di battitura. ;-P

"Rivoluzionario o retrogrado? Icona dell’età d’oro dell’illuminismo o primo avversario del classicismo? Marivaux, (pseudonimo di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, nato a Parigi nel 1688 e morto nel 1763) è autore di poemi burleschi, cronache giornalistiche, romanzi parodistici, opere teatrali e testi moralistici. Padroni e servitori, nobili e contadini popolano il suo teatro, animato da storie di innamorati corrisposti e abbandonati, di innocenti e di cinici, di ingenui e di furbi. Marivaux scruta nelle pieghe del cuore con quella profondità e quel dettaglio definiti in seguito “marivaudage”, proprio in suo onore. L’amore, che porta con sè pericoli e gioie, illusioni e meraviglie, è il protagonista principale delle sue opere teatrali, in cui emergono domande legate ai temi della seduzione, del desiderio, del piacere e della passione. “Arlecchino educato dall’amore”, è la sua prima commedia, scritta nel 1972 per la Comédie Italienne. Vi si narra di come un sempliciotto vede il suo spirito aprirsi grazie all’amore. La Fata, promessa sposa del Mago Merlino, rapisce e porta nel suo castello Arlecchino, invaghita dalla sua incredibile bellezza. Ma questi, indifferente ai suoi sentimenti e assolutamente refrattario ai suoi tentativi di educarlo ed ingentilirlo, s’innamora perdutamente, ricambiato, di una pastorella incontrata per caso nel bosco. Ed ecco che l’amore compie il miracolo: come risvegliato da un lungo sonno, Arlecchino diventa improvvisamente cortese, intelligente, sensibile. Accecata dalla gelosia ed aiutata dal servitore Trivellino, la Fata tenta di dividere la coppia di amanti utilizzando i suoi poteri magici. Ma Trivellino, per fedeltà nei confronti del Mago Merlino, tradisce la Fata ed aiuta i due giovani a rimanere uniti. Scoperta dell’amore, manifestazioni plateali della gelosia, della passione, della fedeltà, del malinteso, della manipolazione e del tradimento ... Ci sono in quest’opera l’incoscienza e l’ingenuità insolente della giovinezza, l’ambizione degli ideali e la brutalità del disincanto. Arlecchino e Silvia (la pastorella) sono ancora personaggi attuali: come giovani che stanno entrando nell’età adulta, essi lottano insieme contro il mondo, ma presto ne comprendono i pericoli e le regole, create da quel potere che la Fata rappresenta.
Manifesto malinconico e gioioso della fine dell’adolescenza, la commedia è stata messa in scena da un gruppo teatrale giovane e di giovani, la Compagnia delle Furie, creata nel 2007 da un gruppo di ex-allievi della Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”. La sua interpretazione in chiave moderna dell’opera, con contaminazioni dark, pop e fumettistiche lascia spazio a qualche perplessità, specie per i toni recitativi talvolta eccessivi nella loro intenzione farsesca. Apprezzabili comunque il ritmo recitativo e quello scenografico, come pure l’utilizzo di originali effetti speciali, sonori e luminosi.
(Chiara Zazzetta)"