giovedì 12 gennaio 2012

L'importanza della lunga distanza - ovvero "Tito Andronico, dal debutto allo studio"

Eccoci qui.

Ho provato più volte a scrivere qualcosa sul lavoro che stiamo portando avanti ormai da settembre. Ma niente, non ce la faccio, è tutto troppo ancora fragile, scoperto.


Ora cominciamo ad avere un copione.

Lo spettacolo comincia ad avere una struttura, ma è assai delicata.
E provare ad analizzarla prima ancora di vederla formata potrebbe assassinarla.

Le aree tematiche che stiamo sfiorando, ad una velocità supersonica, sono miriadi.
Con Matteo Salimbeni, drammaturgo, passiamo quotidianamente da stati di euforia a momenti di cosmica depressione.
Decidere di studiare Shakespeare è come fare un biglietto per le Montagne Russe Che Mai Finiscono.

Allora intanto parlo di questioni pratiche, per rompere il ghiaccio. Magari così nei prossimi giorni la tastiera mi farà meno paura.

In breve la storia di questo progetto.

Ho deciso, a giugno del 2011, di fare un adattamento del Tito Andronico per tre attori, impresa ardua ma stimolante.

Nel frattempo c'è stato l'ennesimo contrattempo economico, che ci ha obbligati a ritardare l'inizio delle prove e a scartare l'idea di un periodo di residenza fuori Milano, vera manna di tutti noi che siamo obbligati a lavorare su progetti ambiziosi con tempi da cardiopalma.

Cominciando ad approfondire il rapporto col testo e con l'autore, la sensazione di avere bisogno di circostanze diverse da quelle solite ed imposte poi non si sa bene da chi, si è fatta sentire con energia, per usare un eufemismo.

E semplicemente ho deciso che basta. Che mi sono rotto il cazzo di correre dietro a delle consegne folli solo perché c'è un mercato con esigenze ridicole.
Che anche chiamarlo "mercato" è fargli un favore.
In realtà mi pare solo un insieme di cattive abitudini.

Per cui ho deciso che mi sarei preso del tempo. Perché semplicemente voglio fare un bel lavoro.

Ne ho parlato con Giuseppe Scordio, direttore dello Spazio Tertulliano, che avrebbe avuto tutti i diritti di defenestrarmi ma, forse anche soltanto perchè il teatro sta al pianterreno, si è dimostrato interessato a coltivare un buon lavoro e ad aiutare lo sviluppo di una compagnia.

Coraggioso investimento sul futuro? Semplice follia? Non è dato saperlo...

Per cui abbiamo trasformato le date di spettacolo in prove aperte.
Così. Puff. Perché bisogna smetterla di fare le cose di fretta e accazzodicane.
Se lo fai per la gloria, tanto vale farlo anche a modino.

Quindi...

D: Cosa faremo a fine gennaio?

R: Presenteremo uno studio.

D: Cosa vuol dire?

R: Per il momento ci stiamo concentrando sul primo atto, che è anche il più difficile per via della quantità di eventi che contiene e per la presenza notevole di scne di massa. Non è facile fare delle scene di massa con tre attori, stiamo cercando una giusta miscela tra narrazione, musica e messa in scena del testo originale.
Mostreremo anche delle scene dagli atti successivi.
Ma per ora non so dire bene cosa succedera. Lo scopriremo un giorno per volta.
Diciamo che ci interessa mostrare l'impronta generale del lavoro ed avere un primo responso del pubblico, per capire se la strada che stiamo prendendo può avere senso o meno.

D: Ma intendete far pagare un biglietto per questo?

R: No. Assolutamente no. Per gli spettatori sarà necessario avere la tessera associativa dello Spazio Teartulliano, che costa un euro e vale per tutta la stagione ma non ci sarà sbigliettamento. Sono prove aperte, come dicevo.
Stiamo però pensando ad un modo per fare sì che il teatro non vada totalmente in perdita.
Vorremmo spingere la cosa verso un clima festoso... pensavamo ad un servizio bar ad offerta libera o qualcosa di simile, anche per creare un clima conviviale dopo la presentazione.
Per quanto riguarda noi invece pensavamo di produrre dei gadget a tema Compagnia Delle Furie e Tito Andronico e metterli "in vendita" sempre alla fine della presentazione.
Ci sembra un modo gentile e carino per fare dell'autosostentamento. Guardi il lavoro e, solo se lo reputi interessante, puoi aiutarci nella produzione acquistando una spilla o una cartolina.
Forse è una soluzione forse un po' naif ma sicuramente più onesta che chiedere 10 o 15 euro per un lavoro ancora incompleto. È una cosa che vedo fare spesso e la reputo abbastanza contradditoria.

D: In effetti...

R: Eh...

Le date saranno 28 29 31 gennaio e 1 febbraio.
Alle 21:00.
Allo Spazio Tertulliano, via Tertulliano 68, Milano.

Ci piacerebbe davvero vedervi tutti li.

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