giovedì 19 gennaio 2012

‎"È un impero quella luce che muore o una lucciola?"

Cioè più o meno lo stesso post di giorni fa riscritto in "linguaggio delle grandi occasioni".



"Caro Spettatore,

ti scriviamo queste righe per invitarti alle quattro serate di presentazione del nostro

primo studio su “Tito Andronico” di William Shakespeare.

E per chiederti cinque minuti d’attenzione.

Il nostro spettacolo avrebbe dovuto debuttare, in forma definitiva, il 25 gennaio e replicare fino al 5 febbraio 2012.

Purtroppo un inconveniente tecnico ha scardinato i nostri programmi, obbligandoci a ritardare l’inizio delle prove ed impedendoci di potere dedicare a questo lavoro il giusto tempo.

Questo incidente si è però rivelato un catalizzatore perfetto, un scusa per prendere una decisione che da parecchio stavamo accarezzando.

Abbandonare una volta per tutte un certo atteggiamento dannoso che pare aver contaminato larga parte del sistema teatrale, e che si manifesta con i peggiori esiti nell’universo delle piccole realtà.

E cioè l’abitudine di correre dietro al fantasma della produttività ad ogni costo.

Attenzione, non è una mera questione economica, quella di cui parliamo.

Certo, produrre uno spettacolo costa, trovare una produzione è ogni giorno più difficile e chi si avventura in percorsi autofinanziati si rende presto conto che la realtà è uno scoglio durissimo.

Il tempo, come è noto, è denaro. E meno denaro si ha a disposizione, meno tempo di prove ci si potrà concedere. Ed allora ecco fiorire anni di teatro mediocre se non cattivo, ecco che osserviamo artisti di talento allestire pessimi spettacoli per la mancanza di tempo prima ancora che di denaro.

Occorre prendere atto che, una volta scelto di consacrarsi alla ricerca, quella vera, fatta di tentativi andati a vuoto e di continuo studio, ci si deve concedere il lusso di trasgredire certe regole non scritte ma che moltissimi, in fondo, temono.

Occorre sparire dalla circolazione per un po’ senza paura di essere rimpiazzati, saltare una o due stagioni, fare tutto quanto è necessario per potere tornare dal pubblico arricchiti e non devastati dallo stress da consegna, il quale non porterà altro che danni.

Certo non bisogna nemmeno eccedere in senso opposto, ritirarsi nell’isolamento autoreferenziale, perché non si deve dimenticare che questo lavoro lo si fa sempre per qualcuno al di fuori di noi.

Prendersi il Giusto Tempo.

Ed è precisamente ciò che noi abbiamo deciso di fare, trasformando gli incidenti di percorso avvenuti nel 2011 nella scusa per ridisegnare i nostri orizzonti.

Il nostro obiettivo è la riduzione del testo di Shakespeare ad una partitura per tre voci.

Cercando contemporaneamente di non essere didascalici, di essere fedeli alla fonte e soprattutto di conservarne l’incredibile potenza espressiva.

Una sfida emozionante ma che, ripetiamo, richiede una presa di posizione decisa nei confronti di un sistema soffocante.

Stiamo lavorando con una passione ed un’energia rinnovate da questa scelta.

Fulvio Vanacore e Matteo Salimbeni, rispettivamente regista e drammaturgo, hanno studiato il testo in profondità, cercando e ricercando il modo per traghettare il magma di folla pulsante ideato da Shakespeare in una forma prettamente narrativa.

Con gli attori ci sono state tre sezioni di lavoro distanziate nel tempo, ognuna delle quali è servita per mettere a fuoco i bersagli.

Un aiuto fondamentale ci è stato dato dalla compagnia Phoebe Zeitgeist Teatro di Milano che ci ha ospitati, nelle due sezioni di lavoro principali, nella sua bellissima sala prove. Una vera e propria “residenza” senza la quale ci sarebbe stato impossibile procedere con questa calma sorniona.

Giuseppe Scordio, direttore dello Spazio Tertulliano, che avrebbe avuto tutte le ragioni di uscire letteralmente dai gangheri si è dimostrato un interlocutore dotato di cuore e sensibilità, disposto a rischiare in prima persona per fare in modo che una compagnia di giovani possa tentare un salto di qualità.

Ed insieme a lui, abbiamo deciso di impegnare comunque parte del periodo di repliche,aprendo il lavoro svolto fino ad ora all’elemento più importante di un’equazione teatrale.

Lo spettatore, tu che stai leggendo queste righe.

Nelle serate di 28, 29, 31 gennaio e del 1 febbraio, come dicevamo in apertura, presenteremo il primo studio su Tito Andronico.

Durante il giorno continueremo a provare, mostrando ogni sera qualcosa in più.

Vorremmo fossero giorni di festa, un momento di incontro gioioso, di partecipazione attiva da parte tua alla nostra creazione.

Ci interessa il tuo parere, la tua visione, un tuo suggerimento, per focalizzare ancora di più il nostro punto di fuga, uno spettacolo comunicativo ed emozionante che ci piacerebbe far debuttare entro quest’estate.

Le serate saranno ad ingresso libero, sarà necessaria solo la tessera associativa dello Spazio Tertulliano.

Prima e dopo la presentazione sarà disponibile un rinfresco ad offerta libera.

Un modo semplice che abbiamo trovato per potere, in qualche modo, rimborsare il teatro delle ingenti spese vive che dovrà sostenere per ospitarci.

Ecco qui. Non c’è altro da aggiungere. Se ancora non ci conosci e vuoi leggere qualcosa su di noi e sui nostri passati lavori puoi visitare il sito compagniadellefurie.blogspot.com.

Speriamo di vederti nei giorni di presentazione. Speriamo di vederti tornare più volte, di poter discutere con te dei cambiamenti che vedrai giorno per giorno e di quelli che secondo te dovremmo fare in futuro.

E grazie per l’attenzione che ci hai riservato fino a qui.

Con affetto e gioia,



Compagnia Delle Furie"








http://www.facebook.com/events/228407230575965/





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