sabato 17 ottobre 2009

Il Natale nel cuore di Z-Man

Questo post può sembrare una recensione di un disco rivolta ai Dylanmaniaci. È lungo e forse noioso. Me se vi interessa entrare nel neurodelirio in cui nasce il nostro Caligari armatevi di pazienza ed arrivate fino in fondo.
Vi prometto che i prossimi saranno più brevi.

(^.^) LaFuriaFulvio



Pochi giorni fa è uscito il nuovo album di Bob Dylan, Christmas In The Heart, una raccolta di canzoni natalizie della tradizione americana.
Disco che, da dylaniano duro e puro, sono corso a comprare nel giro di 48 ore dalla sua esposizione sugli scaffali.
Del disco ne sapevo poco, avevo letto che era un'operazione di beneficenza o qualcosa del genere, non sono stato a pormi molte domande, ho imparato che con Bob farsi domande sulle sue scelte discografiche non serve a nulla, tanto appena sei riuscito ad inquadrarlo in uno schema lui ti frega e diventa un predicatore pentecostale o vince un oscar.

Anzi, questo è esattamente il motivo per cui lo adoro e perché ne ho fatto un mio eroe.
Per cui ci ho riso un po' su e poi da diligente adepto del culto ho cacciato i miei 17 euri
con tempismo matematico.

Il disco...
Lo ascolti e si rivela dal primo pezzo per quello che dichiara di essere, cioè un disco di Bob Dylan che, con la sua attuale band, esegue diligentemente delle canzoni di Natale americane.


E la cosa potrebbe chiudersi qui se non fosse per due interessanti paticolari:
1. un disco natalizio che esce il 16 ottobre
2. il disco è di Bob Dylan (magari non lo avete capito...) cioè quel signore anziano che un po' di anni fa scrisse Blowing in the wind, The times they are a-changin', A hard rain's a gonna fall e altre canzoncine che cominciarono a far nascere l'opinione che la musica potesse cambiare il mondo.
Molto probabilmente per un po' ne fu convinto lo stesso Dylan.
Ecco. Chiaro no?
No. Forse no.

Allora...

Bob Dylan (e dagli...) quello che nel 64 convinceva l'occidente che un altro mondo era di li a venire, nel frattempo ne ha passate tante: ha avuto alti e bassi creativi, si è sposato, ha avuto figli, è diventato cattolico, ha girato un paio di film assurdi ed inguardabili, ha vinto premi, è stato stroncato dalla critica, ha stretto la mano al papa e nel mentre non ha mai smesso di cantare.
Ma il mondo non sembra essere cambiato di molto.

Tanto orrore si aggira ancora tra gli uomini.

E la pioggia che doveva cadere? E i tempi che dovevano cambiare?

Che cazzo di fine hanno fatto Bob?
Chi se ne frega di sentirti cantare del tuo matrimonio fallito?
Chi se ne fotte che hai trovato Gesù?
Ridacci indietro i soldi! Noi vogliamo speranze, non canzoncine!
Giuda!

Però, a ben guardare...

Negli ultimi anni Bob è tornato a mietere successi, pubblico e critica acclamano l'attempato folk-singer che si è rinnovato riscoprendo la tradizione, mischiando Blues, Country, Folk, Rock, Boogie con la sua voce sempre più roca.
Urrà! Bob è tornato! Certo... non infiamma più gli animi come una volta, anzi, sembra portare avanti una filosofia di vita fatta di caminetto e ricordi, ricordi di un tempo andato e che forse non è mai esistito, un tempo di armonia e sentimenti puri, di malinconie, anche di rabbia ma anche di giustizia ed equilibri.
Bob ha deciso di portare i suoi fedeli ascoltatori verso il mondo della sua infanzia passata ad incantarsi davanti alla radio.
Ha capito che i tempi non cambieranno mai se non cambiamo noi.
E che noi non cambieremo mai se continueremo a vivere nella paura e nell'egoismo.
Se McCarthy ha capito che il mondo di oggi sta perdendo la sua umanità, Dylan sta provando a fermare il morbo nel suo piccolo, invitandoci tutti alla calma, cullandoci con la musica che da bambino gli diede la voglia di reinventarsi poeta.
Lo fa attraverso i microfoni della trasmissione Theme Time Radio Hour, dove per un'ora ci porta a spasso nella musica che ama, e lo fa attraverso i propri album, che di quella musica sono figli legittimi.
Mi sforzo di tagliare corto (capacità che in questo periodo mi è veramente sconosciuta):
un disco di beneficenza non può che essere un disco natalizio, il Natale dove tutti dobbiamo essere più buoni.
Fanculo al cinismo che ci fa vedere solo lo sputtanamento commerciale, il Natale è bellissimo quando sei bambino e non solo per i regali.
A Natale c'è la neve, ci sono le lucine, si sta al caldo mentre fuori fa freddo e si mangiano cose buone con le persone a cui vuoi bene.
Il Natale è commovente e dolce.
E in questo periodo il mondo ha bisogno di sentirsi buono, il mondo ha bisogno di fiducia e di messaggi positivi.
E Bob ci porta nei suoi Natali Passati, ci porta nel suo mondo di infanzia e cerca di farci stare calmi.
Certo, siccome sa che però siamo grandi e, siccome ha anche un certo gusto per la sdrammatizzazione, dentro il disco non ci trovi mica Gesù Bambino.
Ci trovi Betty Page, l'intramontabile gnocca delle gnocche.
Perché tutto è più semplice se ci si ride un po' su e se ci si diverte.
Cristiano sì.
Ma bigotto mai!
E così in questi giorni io me la scorrazzo in bici per Milano con Here Comes Santa Claus nelle orecchie, faccio finta che è Natale e sono felice, anche se sono stressato, anche se c'è Berlusconi, anche se due persone care mi hanno profondamente deluso io sono felice!
Perchè se non hai nemmeno il desiderio di essere felice, come potrai mai essere un rivoluzionario?

Quindi, direte voi, che c'entra tutto questo con Dr. Caligari?
Ah, gia, certo...
Non vi ho detto che il protagonista di Dr. Caligari, Z-Man (o Z-Boy, chi lo sa?) Barzell, è un produttore discografico che con la sua musica è in grado di pilotare l'umore ed i pensieri degli esseri umani?
Ed ora so che in lui ci dovrà essere qualcosa di Bob Dylan.
E con questo un altro tassello va al suo posto.
Un'altra delle mie grandi ossessioni sta trovando il suo canale per completare l'opera, dando un senso alla propria esistenza.

Bene. Ho finito. Grazie per avermi seguito fino a qui.

7 commenti:

dyingmoon ha detto...

Credo che in questi giorni frenetici, in questa girandola che trotta e trottola, sia decisamente il caso di fermarsi. Davanti a un camino o pedalando su una bicicletta.

Le Furie ha detto...

Tu mi piace come la pensi. Tu.


^.^

dyingmoon ha detto...

Me io si ferma a pensare ora. O meglio, a guardare e sentire, chè a pensare si fanno danni.

^^

Le Furie ha detto...

Bello.
Guarda, e senti.
Ma ricorda che non puoi sentire se non ascolti.
E che pensare di per se non è sbagliato.
I danni si fanno quando ci convinciamo di essere i nostri pensieri.
Aspè... sto complicando... va beh... non riesco, ora.
Ecco. ci farò un post ad hoc e tu mi dirai cosa ci vedi e cosa ci senti.
Buonanotte dyingmoon.

dyingmoon ha detto...

Facciamo che me parla senza pensare, cosìmi sento alleggerita e vagamente colpevole per l'assoluta smemoratezza di quel che me dice?
:)
Ah, e intanto me ascolta, anche. Sia mai che qualcuno pensi che me abbia qualcosa da dire mentre me parla.
Me ha troppi pensieri perchè me pensi di essere un pensiero.
:D

(comunque era abbastanza chiaro, sìsì)

Anonimo ha detto...

mi piace quel che leggo perchè è "vero".
un aggettivo sottovalutato. travisato.

sembrare è veicolo dell'essere . ma se sembrare è un artificio allora è veicolo solo del voler essere.

tu invece sei vero.

lupita

Le Furie ha detto...

Grazie Lupita.
Ora corro a nascondermi per l'imbarazzo, però.